C’è sta cosa della leadership gentile che faccio sempre un pò fatica a digerire. Nulla contro la gentilezza, anzi. Fu mia nonna la prima ad insegnarmela, poi arrivò il Buddhismo. Oggi ci pensa mia figlia a insegnarmi quanto sia importante.
Però, fra le mura aziendali, è usata spesso a sproposito, un pò come la resilienza. O la maionese che quando ti piace la metti su tutto.
Solo che così le cose perdono di senso e, se sono parole, rischiano di diventare vuote, prive di forma. O, peggio ancora, una bugia per fare male, in modo gentile. Questa è il meglio, da brividi…
Allora mi chiedo cosa possa essere la gentilezza, soprattutto guardando mia figlia Lucia. Mi chiedo come applicarla con lei.
Ci sono tante risposte che mi do, ma oggi vorrei concentrarmi con voi solo su un aspetto educativo dove cerco di integrarla: l’educazione alle scelte.
Il tema delle scelte personali è un tema spinoso, perché si incrocia fra la necessità di rispettare la libertà dell’altro e quella di permettergli di scegliere qualcosa che gli sia di beneficio, ovviamente nei limiti del possibile.
A tal proposito mi è caro il tema del Nudge. Facciamo ordine…
🐘 Un nudge (in italiano: “spinta gentile”) è un intervento che modifica l’architettura delle scelte di un contesto, guidando il comportamento delle persone in una direzione prevedibile senza vietare opzioni o modificare significativamente gli incentivi economici. Un pò come fa mamma elefante quando da una spintarella al piccolo per metterlo sulla retta via.
PATERNALISMO LIBERTARIO
❤️ Il nome (nudge) nasce dall’intuizione di due grandi autori (un economista e un giurista): Thaler e Sunstein. Essi definiscono il nudge come uno strumento di paternalismo libertario, perché combina l’intento di aiutare le persone (paternalismo) con il rispetto della libertà di scelta (libertarismo).
Quando lo conobbi fu per me illuminante: si può influenzare qualcuno pur senza obbligarlo, interessante mi dissi.
Da lì fu una sperimentazione continua.
Nelle aziende, ancora oggi, ci ragioniamo spesso, poiché è una delle vie della persuasione.
Un modo non violento per influenzare gli altri, pur lasciandoli liberi.
Certo è che l’intento debba necessariamente produrre un beneficio tangibile e misurabile per chi viene stimolato a quell’azione e per il contesto in cui avviene. Altrimenti tutto va in vacca, come si dice dalle mie parti.
🎯 L’obiettivo è perciò quello di aiutare le persone a prendere decisioni migliori per sé stesse e per la società, tenendo conto delle loro limitazioni cognitive, emozionali e sociali (bias, euristiche, pigrizia, ecc.).
Alcuni esempi?
✅Con mia figlia Lucia la frutta è sempre in bella vista, per favorire scelte salutari. Le verdure, nell’ordine della cena, vengono sempre per prime, onde evitare che dopo pasta o proteine siano snobbate come esseri dal poco fascino (non sempre funziona, ma hei, stiamo pur sempre parlando di bambini).
✅Disegnare l’immagine di una mosca negli orinatoi per ridurre gli schizzi (spingendo a una mira più precisa) fu uno dei nudge che più di tutti al tempo mi appassionò.
✅Anche l’immagine che vedete qui sopra è un nudge.
Sfruttando la tifoseria e le preferenze calcistiche questo raccoglitore di mozziconi vorrebbe spingere (nudge) le persone a essere più ecologiche, evitando che esse gettino a terra l’avanzo delle loro sigarette.
Per chi avesse dei dubbi sulla sua efficacia sappiate che da quando è diventato virale per la prima volta, il progetto è arrivato a oltre 5.000 raccoglitori in 43 paesi, evitando circa 15 milioni di mozziconi di sigaretta insabbiati all’anno. The Ballot Bin (così si chiama) ha vinto il Queen’s Award for Enterprise.
✅ Nondimeno è un nudge quello che vedete in copertina. Il Ministero Indiano dei Trasporti ha implementato una soluzione infrastrutturale per ridurre la velocità nelle vicinanze degli attraversamenti pedonali e potenziarne il rispetto da parte degli automobilisti rendendo tridimensionali le strisce pedonali tramite un’illusione ottica.
Ora però veniamo al nostro contesto d’impresa. Come si usa un nudge nel nostro lavoro quotidiano? Come possiamo da responsabili di un team sfruttare al meglio questa tecnologia? Ecco qualche esempio.
✅Un esempio che suggerii in una realtà edile, al fine di migliorarne la sicurezza, si traduceva in qualcosa di molto semplice: ai muratori doveva essere fornita una cintura nella quale stavano gli occhiali per saldatura, alcune mascherine, dei guanti e altri dpi, spesso troppo lontani nei casi di bisogno. Il bias a cui sono spesso esposti questi lavoratori è il medesimo: se lo faccio per poco non mi succede nulla, una sorta di overconfidence. Avere perciò alcuni dpi strategici a portata di mano poteva finalmente diminuire il tasso di inutilizzo, soprattutto negli usi sporadici.
✅ Un altro esempio plausibile in una realtà produttiva può esser quello di evidenziare il percorso sicuro con segnaletica a terra, simile al nudge delle strisce colorate di bianco nei parcheggi, utili in questo caso a far parcheggiare gli utenti con più civiltà. Nel caso della produzione le strisce colorate avrebbero il compito di guidare le persone lungo il tragitto a piedi più sicuro all’interno dell’area produttiva. Questo riduce scelte sbagliate “per comodità” e aumenta la probabilità che i collaboratori si muovano in modo sicuro. Fonte: Safety Science, 128, 104764.
✅ Se poi il problema fosse l’igiene, anch’esso fattore indispensabile in alcune produzioni, un’idea potrebbe essere quella di collocare cartelli colorati con simboli semplici (es. mani rosse e verdi) per ricordare quando lavarsi le mani tra fasi di lavorazione a rischio contaminazione. Questo potrebbe portare a un aumento del 40% della frequenza di lavaggio corretto delle mani. Fonte: Food Control. Anch’esso è un nudge perché modifica l’ambiente con segnali visivi senza imporre sanzioni o obblighi, rendendo la scelta igienica più saliente.
🤔 E tu…
Hai mai usato un nudge?
Anche sul lavoro ?
Se sì, quale?