L’illusione dei follower: la bufala più elegante del nuovo millennio
Pensavo a quanto è bello avere pochi follower, davvero.
Puoi conoscerli, parlarci. Stringere dei legami, pur digitali, che sanno di vero.
Qualcuno lo incontri pure, e magari ci fai business.
Puoi rispondergli, che non è poco, soprattutto quando predichi competenze umane e poi, invece, ti trovi a essere un ingranaggio del capitale.
Ok, lo so che averne tanti ha i suoi vantaggi.
🤦Fama, autorità e vanità sono solo alcune di queste conquiste (lo sono davvero?).
Uno che mi piace ogni tanto lo provo: quando ad esempio l’algoritmo di LinkedIn decide che al cazzuntesimo post che scrivo lo deve sparare a bomba nella popolazione, mi accorgo di quanto molti feedback possano essere un grande arricchimento.
Poi ve n’è uno di cui riconosco il potere: la possibilità di diffondere qualcosa di valore, e rendere le persone compartecipi.
Questo, soprattutto nelle arti mediche e della salute, o nella diffusione della buona cultura in generale, è qualcosa di straordinario. Qualcosa capace di cambiare il mondo.
Tutto ciò però ha più a che fare con i social media, il cui significato è diffondere qualcosa, attraverso un canale mediatico.
La promessa dei social network, come Linkedin o Facebook, era però un’altra…
Ma… veniamo al dunque.
😵💫 Non so se qualcuno di voi ha mai visto The Midnight Gospel, una serie animata che mescola filosofia e psichedelia.
In ogni episodio il protagonista Clancy esplora una nuova realtà, spesso dai contorni grotteschi e allucinogeni, accanto a un accompagnatore col quale nel frattempo conversa sul senso della vita, sulla morte, sulla necessità del perdono, sulle droghe leggere e così via.
Gli episodi di Midnight Gospel sono tratti da vere interviste di Duncan Trussell (il creatore e doppiatore di Clancy) dal suo Duncan Trussell Family Hour.
C’è un fatto che però a mio avviso rende questa serie una delle migliori.
1️⃣ Nella serie Clancy Gilroy, il protagonista, ha un solo follower sul suo “spacecast” (una specie di podcast interdimensionale trasmesso nel suo universo virtuale).
Questa è una scelta narrativa molto significativa, e non è casuale.
È una sorta di gag ricorrente, ma anche una metafora potente.
Il singolo follower è una forma di autoironia: un modo per dire “non importa quante persone mi ascoltano, importa ciò che si trasmette”.
⚠️ Ma non solo.
Avere tanti follower è la promessa del nuovo millennio, e la sua più grande illusione.
Ci hanno detto che essere visti è essere reali, che la quantità è la misura del valore, che la connessione è un numero.
Ma non siamo costruiti per avere tanti contatti.
Non possiamo gestirli: li subiamo.
Punto.
E in questo rumore che chiamiamo comunicazione, perdiamo la voce con cui, da sempre, cercavamo solo una cosa: sentirci umani.
Clancy, nel Midnight Gospel, parla a mondi interi ma ha un solo follower.
E quel follower, ironia o rivelazione, è lui stesso.
L’unico ascoltatore rimasto è la coscienza che osserva, silenziosa, al di là della performance.
È l’anima che, stanca di accumulare sguardi, si ritira per tornare a dialogare davvero.
Forse questo è il destino della nostra epoca: passare attraverso l’ubriacatura della visibilità per riscoprire l’intimità del contatto.
Mi auguro tanto di aver ragione.