Il meccanismo di proiezione, in azienda
È un tema che sta emergendo molto in questi giorni, e penso sia bene parlarne.
In un post letto qualche giorno or sono si parlava di come spesso portando all’interno delle aziende la cultura del feedback si ritrovino sempre le stesse difficoltà.
Siamo più propensi a guardare i difetti e le mancanze degli altri, piuttosto che le nostre🫥
Questo mi ha portato a pensare come ci sia addirittura di più.
Per citare Jung potremmo perciò dire che “𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑐𝑖𝑜̀ 𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑖 𝑖𝑟𝑟𝑖𝑡𝑎 𝑛𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑖, 𝑝𝑢𝑜̀ 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑟𝑐𝑖 𝑎 𝑐𝑎𝑝𝑖𝑟𝑒 𝑛𝑜𝑖 𝑠𝑡𝑒𝑠𝑠𝑖” (Jung).
𝗜𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗯𝗹𝗲𝗺𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗲̀ 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗶𝗼̀ 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗶𝗹 𝘃𝗲𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗲𝘀𝗰𝗹𝘂𝘀𝗶𝘃𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗶𝗹 𝗱𝗶𝗳𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝗹𝘁𝗿𝗼, 𝗺𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗰𝗮𝗽𝗶𝗿𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗰𝗶 𝗽𝗮𝗿𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼𝗱𝗶 𝗻𝗼𝗶.
✅ Il meccanismo della proiezione ci induce (per l’appunto) a proiettare le caratteristiche scomode di noi stessi sulle persone circostanti. E quanto più quelle caratteristiche sono auto-censurate, tanto più fastidio procurano.
→ La proiezione è infatti un comportamento difensivo che protegge il nostro “io” canalizzando verso gli altri quei sentimenti, motivazioni o impulsi che sono inaccettabili per noi.
𝗖𝗶𝗼̀ 𝗰𝗵𝗲 𝗾𝘂𝗶𝗻𝗱𝗶 𝗰𝗶 𝗱𝗮̀ 𝗳𝗮𝘀𝘁𝗶𝗱𝗶𝗼 𝗻𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗮𝗹𝘁𝗿𝗶 𝗲̀ 𝗹𝗼 𝘀𝗽𝗲𝗰𝗰𝗵𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗶𝗼𝗿𝗶𝘁𝗮̀ 𝗻𝗼𝗻 𝗮𝗰𝗰𝗼𝗹𝘁𝗮, 𝗻𝗼𝗻 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗴𝗿𝗮𝘁𝗮, 𝗿𝗶𝗳𝗶𝘂𝘁𝗮𝘁𝗮.
A questo punto tutto si ribalta perché l’altro non solo non è più nemico, ma alleato per riconoscere la propria stanza interiore e le proprie ombre.
Qualche esempio?
⭕️ “Gli altri mi mettono a disagio” (la causa è vista come esterna, magari però siamo noi a produrre disagio nelle situazioni).
⭕️ “Non andrai mai da nessuna parte se fai di testa tua” (in questo caso un leader, ma anche un genitore, potrebbe proiettare le proprie insicurezze sul collaboratore o sul figlio).
⭕️ Un collega che dice all’altro di prendersi le proprie responsabilità potrebbe farlo proprio perché non riesce in primis a prendersi le sue in modo da proiettare la vergogna o l’incapacità su di noi.
I rischi?
❌ Che l’altro introietti davvero il peso proiettato dall’altro, non distinguendo più i confini fra le due persone (ad esempio il collaboratore che viene definito come incapace quando invece è solo la proiezione del leader che non riesce a gestire la situazione, potrebbe finire per crederci davvero e perdere di auto-efficacia).
❌ Se è vero che i meccanismi di difesa sono una strategia per cambiare il modo in cui interpretiamo una situazione o il modo in cui ci sentiamo al riguardo, d’altra parte non cambiano la realtà e sono perciò una pessima strategia di fronteggiamento e cambiamento evolutivo.
Sempre scomodando Jung è infatti bene ricordare che:
“Ciò che neghi ti sottomette. Quello che accetti ti trasforma”.