Ed elli aveva del cul fatto trombetta (e altre figure retoriche utili in un discorso)

Chi mai potrebbe aver proferito tal oscenità?
E se vi dicessi che è stato Dante. Già, proprio Dante.

Una laconica e buffa metafora che chiude il canto XXI dell’inferno. Rappresenta come il suono del peto emesso dal Barbariccia, diavolo a capo di altri demoni, sia in questo caso equivalente a quello delle trombe delle bande militari.
Il potere delle metafore era ben chiaro al sommo poeta, per quale motivo allora non dovrebbe esserlo anche a chi, nei giorni nostri, deve parlare ad una platea?
Le metafore sono una delle figure retoriche che abbiamo a disposizione.
Partiamo con ordine:
FIGURA RETORICA: artifizio del discorso volto a produrre un particolare effetto.
Grazie ad esse possiamo abbellire, rinforzare e rendere più efficace ogni nostra presentazione, scritto o pitch (per usare un termine anglosassone tipico nella dimensione professionale).
Ne esistono tantissime e sono suddivise in categorie differenti a seconda degli schemi utilizzati.
In questa sede ho deciso di offrirvi quelle che personalmente mi piacciono di più e ritengo facili da usare.
Buona lettura:
FIGURE DI PENSIERO O DI CONCETTO (concernono l’idea o l’immagine che compare in una frase)
PRETERIZIONE: si finge di tacere un argomento di cui invece si parla
- Non ti dico cosa mi è successo ieri…
- Per non parlare di quanto tengo ai miei collaboratori
- Preferiamo non dire quanto la nostra società ci tenga alla sostenibilità
EPIFONEMA: riassume un discorso con una frase enfatica e solenne. Può essere espresso in forma affermativa o interrogativa.
- Gli avevano accennato che questo nuovo periodo avrebbe richiesto pensieri e strumenti diversi per affrontare la realtà. Ed egli non lo fece.
Possiamo perciò noi, come imprenditori, sottrarci alla sfida dell’innovazione?
A questa figura retorica è associato l’aforisma, una breve frase che condensa un principio specifico o più in generale un sapere filosofico.
- Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la vita a credersi stupido.
FIGURE DI SIGNIFICAZIONE O DI SIGNIFICATO (deviazione e trasposizione di significato)
METAFORA: trasferimento di significato tra due termini legati comunque da un rapporto di affinità o somiglianza. Si distingue dalla similitudine per l’assenza di avverbi di paragone (“come”)
- La nostra compagnia è un leone nella jungla dei mercati
- Aldo è un orso
Esiste anche una metafora detta sinestesica (Sinestesia) che prevede l’accostamento di due parole appartenenti a sfere sensoriali diverse
- I dorati silenzi (autore: Campana)
- Un urlo nero
FIGURE DI DIZIONE O DI PAROLA (vertono sulla forma delle parole)
APOCOPE: detta anche troncamento, indica la caduta di un fono o di una sillaba nella parte finale della parola.
- Il fior fior del nostro team
- Man mano che collaboreremo, le cose andranno sempre meglio
FIGURE DI ELOCUZIONE (vertono sul repertorio delle parole o sulla scelta delle più adatte)
EUFEMISMO: attenuazione di un’espressione, sentita come troppo dura o cruda, con una più attenuata.
- Quell’azienda lascia a desiderare (per non dire che non sa lavorare)
- Persona della terza età (per non dire vecchia)
FIGURE RETORICHE DI COSTRUZIONE (ordine delle parole nella frase)
ANAFORA: ripetizione di una o più parole all’inizio di una frase
- Per la nostra società è di vitale importanza cambiare.
Per la nostra società è di vitale importanza farlo per il bene di tutti i suoi soggetti.
Per nostra società è di vitale importanza accorgerci che il mondo lì fuori è diverso, e noi siamo pronti a questa nuova sfida.
FIGURE RETORICHE DI RITMO (giocano sugli effetti fonici ottenuti mediante la ripetizione di fonemi, sillabe, parole)
ALLITERAZIONE: ripetizione di lettere, sillabe o suoni uguali o affini all’inizio di parole vicine o anche al loro interno, al fine di ottenere particolari effetti espressivi.
- “Ma in questa notte estremamente fausta, permettimi dunque in luogo del più consueto nomignolo di accennare al carattere di questa ‘Dramatis Persona’.
Voilà! Alla Vista un umile Veterano del Vaudeville, chiamato a fare le Veci sia della Vittima che del Violento dalle Vicissitudini del fato. Questo Viso non è Vacuo Vessillo di Vanità, ma semplice Vestigia della Vox populi, ora Vuota, ora Vana. Tuttavia questa Visita alla Vessazione passata acquista Vigore ed è Votata alla Vittoria sui Vampiri Virulenti che aprono al Vizio, garanti della Violazione Vessatrice e Vorace della Volontà. L’unico Verdetto è Vendicarsi… Vendetta… E diventa un Voto non mai Vano poiché il suo Valore e la sua Veridicità Vendicheranno un giorno coloro che sono Vigili e Virtuosi. In Verità questa Vichyssoise Verbale Vira Verso il Verboso, quindi permettimi di aggiungere che è un grande onore per me conoscerti e che puoi chiamarmi V”.